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Corona come Vallanzasca? Il ragazzo che ha fregato tanti, si è fregato da solo

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Sulla fuga di Fabrizio Corona si rischia l’effetto Renato Vallanzasca. Intediamoci, si tratta di due personaggi simili, tangenti, ma con storie «professionali» diverse. Il primo è stato più volte riconosciuto dalla giustizia italiana come un ricattatore di giocatori di calcio a mezzo stampa, ovvero attraverso foto che minacciava di far pubblicare grazie ai tanti, troppi giornalisti amici, se non soci in affari. Il secondo è stato un rapinatore, sequestratore, assassino, evaso da carceri di massima sicurezza dopo aver scatenato rivolte tra i detenuti.

Non è proprio come fuggire dalla finestra della palestra con un carico di barrette proteiche al seguito. Già Fabrizio è un «bandito» all’acqua di rose, anche se a sentir lui cercherebbe di convincervi che il crimine organizzato è una sua invenzione; come quello che definiva «giornalismo all’inglese» e invece era solo una messa in scena ben architetta, con comparse/personaggi, macchinisti/paparazzi e lui, il regista dell’imbroglio spacciato per gossip di serie A a strillare: «Azione, si gira e si fanno i soldi».

Tanti ne ha fregati Corona. Dai fotografi che doveva rappresentare vendendo a carissimo prezzo le loro foto, ai direttori che quel materiale più o meno farlocco acquistavano, ai personaggi conniventi che aspettavano in vano la fetta della torta, che si era già sbaffato tutta lui. Qualcuno ci ha rimesso la carriera, altri la reputazione, i più il fegato.
Ma i più truffati sono sempre stati i lettori. Gli appasinati di quei giornali di cronaca rosa che poi inevitabilmente sono finiti sfiduciati e quindi in crisi o al macero.

Invece il bel Renè e il bel Fabrizio hanno anche qualcosa in comune: la capacità di risvegliare l’anima nera del pubblica piazza. Compreso il deprecabile italico disprezzo nei confronti delle forze che s’impegnano a far rispettare l’ordine costituito. Una volta si sfottevano i Carabinieri dalle manette dei quali sgusciava Vallanzasca. Oggi tocca agli uomini della Digos e forse dell’Interpol, che perdono di vista e non ritrovano più gli sgargianti tatuaggi di Corona. L’Italia degli Anni ’70 impazzì per le gesta di Vallanzasca (condannato a quattro ergastoli e 295 anni di reclusione), le donne lo inondavano di lettere d’amore in galera, il suo matrimonio con una fan fu immortalato dai rotocalchi dell’epoca. Era così popolare, in coppia con il mafioso Francis Turatello, che nel film che racconta la loro vita criminale sono stati interpretati da due veri belli come Kim Rossi Stewart e Francesco Scianna. Andatevi a rivedere le foto dei protagonisti originali e capirete a quali distorsioni d’immagine si può arrivare per enfatizzare dei «personaggi» che probabilmente l’opinione pubblica vedeva così.

Visto che un po’ Corona lo conosco
, faccio fatica a dargli la soddisfazione di immaginarlo latitante diabolico. Mi immagino più un ragazzo imbottito di falsi miti, come i Corona’s che dovevano scimmiottare la famiglia del boss del gossip della quale lui era ovviamente il padrino-padrone, che singhiozza prima di addormentarsi sulle tante stupidaggini dette e fatte che lo hanno portato a perdere tutto: moglie, fidanzata, figlio, madre, ecc.

Non c’è nemmeno un onore, un briciolo di dignità, di parola, di un codice per quanto squallido, che sia riuscito a salvare non tradendolo. E visto che a Vallanzasca la popolarità diede alla testa e i rischi presi per aumentarla lo portarono in cella, credo che anche le foto scoop della fuga di Corona (tropo ghiotta la scena del crimine per uno showman come lui), sia essa in Francia, a Cinisello Balsamo, Santo Domingo o Piacenza, l’esotico Brasile o l’Aspromonte, lo porteranno a scontare i 7 anni ai quali i giudici lo hanno condannato. Perché Fabrizio, simpatica canaglia, grande affabulatore di anime fragili, pifferaio di topolini a caccia di formaggini facili, alla fine ha fregato anche e soprattutto se stesso.

ECCO LE ULTIME PUNTATE DELLA CORONA-STORY:


- LA FUGA IN AUTO VERSO LA FRANCIA


- «SE VA MALE SCAPPO», OBIETTIVO CARAIBI?

- «CON FABRIZIO FINO A DUE GIORNI DALLA FUGA»

- «SCAPPATO DALLA PALESTRA»

- LA FAMIGLIA: «COSTITUISCITI», L’EX MOGLIE MORIC: «SPERO SOFFRA»

- CONDANNATO A 5 ANNI: IRREPERIBILE


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