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Cara Boldrini, troppo facile sparare su Miss Italia

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Premessa indispensabile: Miss Italia è uno spettacolo noioso. I tentativi di resuscitarlo, televisivamente parlando, sono sempre falliti miseramente. Malgrado i presunti migliori conduttori Rai si siano alternati nel tentativo di defibrillarlo, è sempre stata una delusione. Troppo lungo, troppi obblighi pubblicitari, troppi saluti da fare, troppa gente assiepata in giuria pur di avere un passaggio in video, troppo amarcord. Quindi, se non funzionava, la Rai, che solo a secondo delle convenienze si ricorda di essere un’azienda che ha anche una vocazione commerciale, bene ha fatto a tagliarlo dai suoi palinsesti. In realtà temo che a Miss Italia sia mancata la cosiddetta «copertura politica», ovvero qualche potente che sosteneva il concorso, è caduto in disgrazia. E con lui il suo seguito.

A Miss Italia sono stato per lavoro un paio di volte e mi sono annoiato ancora di più di quando facevo zapping sul divano. Non credo mi mancherà. Detto questo trovo fuori luogo che una figura di alto profilo istituzionale come il Presidente della Camera, Laura Boldrini, trovi il tempo di acchiappare farfalle con un retino crivellato di buchi, come quello di Rai Uno, definendo «una scelta di civiltà» la fine di un programma che ha fatto incassare fior di quattrini in passato alla tv pubblica. Tutto si può dire di Miss Italia, tranne che fosse incivile. Anzi, tra i suoi punti deboli, c’è sempre stato un regolamento anacronistico che penalizzava tatuaggi, piercing, ragazze sposate, donne incinta e via di questo passo. Per non parlare dei mortificanti costumi neri, accollati e non sgambati che hanno mortificato ogni particella di sensualità volgare. Praticamente tutto quello che piace al pubblico televisivo, che, venendo meno, ha ovviamente cambiato canale.

Moralismo della Boldrini? Ma per fare la morale, ci vorrebbe qualcosa di immorale. E Miss Italia, che ha fatto da trampolino alla metà delle conduttrici italiane (basti pensare a Simona Ventura) non può esser preso ad esempio per una campagna tardiva ma sempre utile, sulla mercificazione del corpo femminile attraverso pubblicità e piccolo schermo. Miss Italia ha sempre tutelato le donne, non le ha mai trattate come «carne in bella mostra». Ha sempre lasciato che le ragazze si raccontassero, con la loro sinceramente spessa noiosa, semplicità tardo adolescenziale. Certo, è stato valorizzato solo un aspetto. E sicuramente c’era di più. Ma non era quello il luogo né il compito.

Miss Italia è un concorso di bellezza: una cosa che sta a cuore a molte donne. Una cosa effimera, ma che sarebbe ipocrita non definire anche molto utile, per chi ha la fortuna di possederla. È sempre brutto che lo dica un uomo, ma credo che non tutta la femminilità intesa come avvenenza, urti la sensibilità delle donne. Sbaglierò, ma in questi anni ho partecipato volentieri a tutte quelle manifestazioni di indignazione per i comportamenti che svilivano l’intelligenza delle donne, la loro autorevolezza, il loro ruolo nella società. E mai mi è capitato di sentire dire: siamo incazzate perché quelle Olgettine sono troppo belle; ci sentiamo offese perché il tal ministro ha in capelli luminosi; è indecente che quella imprenditrice abbia le gambe così lunghe; che quella dottoressa abbia gli occhi azzurri. Le donne guardano al merito, ma soprattutto scelgono cosa comprare, chi votare, cosa leggere, con un criterio qualitativo superiore a quello maschile. Non a caso sono il target preferito di ogni prodotto. Non hanno bisogno di essere difese sull’estetica, semmai è sull’etica (tralasciamo quella delle politiche) che chiedono giuste spiegazioni.

Scagliarsi contro 10 ore di programmazione dedicate a un contest sulla sola sciocca avvenenza e poi tollerare migliaia di ore di tv dedicata alla più totale imbecillità, a talk-show vacui, politicamente squilibrati, inzuppati nel qualunquismo, intrisi di ovvietà, privi di afflato culturale e qualitativamente scadenti, questo sembra assai più incivile.


Troppo facile e furbetto, signora Boldrini, sparare su un bersaglio malconcio come Miss Italia (ma dovesse venirle la pruderie sui dettagli della selezione può sempre informarsi presso l’ex ministro Mara Carfagna che era a Salsomaggiore nel 1997) per valorizzare le tante professionalità di donne Rai. Tante delle quali si sono battute proprio per Miss Italia o sono state lanciate da quel trampolino di Salsomaggiore.


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